Come e quando si manifesta?
L’aggressività nelle persone con demenza può manifestarsi attraverso una facile e (apparentemente) immotivata irritabilità, reazioni verbali spropositate quali insulti, parolacce e linguaggio scurrile, minacce e maledizioni o, più di rado, con tentativi di graffiare, colpire, spingere via, calciare o sputare l’altro che interagisce con lui.
Tali reazioni devono essere solitamente lette come tentativi di difesa in circostanze in cui la persona si sente minacciata. Anche se improvvise e apparentemente immotivate ai nostri occhi, dobbiamo sempre guardarle come segnali di allarme, tentativi di esprimere un disagio (spesso prolungato), un timore o dolore.
Ad esempio il momento del bagno e dell’igiene personale, oppure vestirsi e spogliarsi in presenza dell’altro, è spesso vissuto con agitazione dalla persona con demenza, con crisi di pianto, urla e tentativi di respingere chi dall’altra parte cerca solo di aiutarlo. Questo è dovuto al disagio e all’irritazione che queste sequenze di azioni (es. svestirsi, restare nudi, essere toccati e afferrati) provoca nel momento in cui magari non si comprende lo scopo di quelle manovre. Anche l’acqua, se non riconosciuta, può essere vissuta come un elemento estraneo dal quale difendersi.
Ma non solo, il semplice apparire in una stanza in modo inatteso, un cambio di luminosità, un rumore o il variare del tono della voce possono inaspettatamente spaventare la persona con demenza. Questo, probabilmente, a causa del progressivo affievolirsi delle capacità cognitive e percettive che permettono di cogliere e comprendere gli stimoli ambientali a pieno e per tempo.
A causa degli importanti deficit cognitivi e difficoltà a carico delle capacità espressive e di comunicazione, anche il dolore fisico, oppure un fastidio dovuto all’assunzione prolungata di una posizione, la presenza di pannoloni, la percezione del caldo o del freddo possono favorire il manifestarsi di comportamenti aggressivi o irritabilità.
In assenza della capacità di gestire da solo una situazione di disagio, o di spiegarla all’altro per ricevere aiuto, la persona con demenza che prova per uno motivo qualsiasi un malessere, o non comprende gli stimoli che lo circondano, trova come unico modo per esprimersi l’aggressività.
Cosa fare?
Consapevoli del fatto che nessuna delle reazioni aggressive della persona con demenza è intenzionalmente rivolta verso di noi, non serve a nulla sgridarlo o urlare ed insistere perché si calmi. L’irritabilità deve essere sempre vista come un campanello d’allarme che ci dice che “qualcosa non sta andando bene, qualcosa sta creando disagio o angoscia”, anche se noi non percepiamo nulla di pericoloso o sbagliato nell’ambiente circostanze. Non bisogna spaventarsi o arrabbiarsi. È fondamentale mostrarsi comprensivi e accoglienti.
Strategie preventive utili sono: evitare cambiamenti repentini nell’ambiente (luci, suoni, temperatura), assicurarsi che di ridurre al minimo situazioni che possono essere vissute come minacciose. Nel proporre le attività quotidiane (i pasti, il vestirsi o la doccia e l’igiene in generale) assicurarsi di iniziare ogni nuova attività con calma, cercando sempre di far comprendere il più possibile quello che sta per avvenire. Evitare di interromperlo se sta svolgendo altre attività, approcciarsi in modo pacato e se possibile rimandare davanti ad un palese rifiuto.
Ad esempio, durante il bagno e l’igiene personale può, inoltre, essere utile cercare di spostare la sua attenzione su qualcosa di piacevole, distrarlo e offrirli di manipolare, cantare, mangiare qualcosa di attraente.
Ad ogni modo, di fronte a tali reazioni, oltre che cercare di comprenderne la causa, rimuoverla ed eventualmente confrontarsi con un medico, è consigliabile mantenere sempre un atteggiamento calmo ed evitare il più possibile manovre coercitive e atteggiamenti di sfida (potrebbero avere un effetto esponenziale!). Non servono a nulla le punizioni o mostrarsi offesi nei momenti successivi all’evento.
Infine, è importante segnalare come nelle fasi molto avanzate, e nei casi particolarmente gravi, i comportamenti aggressivi possono essere espressione diretta del danno cerebrale progressivo o presentarsi come effetti indesiderati dei farmaci (specie se usati in modo improprio).